Pinot Rosato per un brindisi Pasquale speciale

Brindisi di Pasqua con Pinot Rosato

In alcune regioni d’Italia si dice che se la Domenica delle Palme sarà illuminata da una bella giornata, a Pasqua sarà brutto, e viceversa.

Questo a rilevare come, nella nostra percezione, La Pasqua e la Primavera siano spesso legate all’incertezza del clima.

Quante volte, dopo aver organizzato con cura il pic nic di Pasquetta, siamo stati costretti a consumare i cibi preparati per verdi prati e bianche spiagge, sul tavolo della cucina o della tavernetta di un amico?

Con altrettanta trepidazione ci accingiamo ad organizzare il menu: cotolette ma anche l’arrosto perché non si sa mai; una bella lasagna ma anche dei panini perché… se piovesse? Uova ripiene ma anche una bella torta salata nel caso riuscissimo a riscaldarla.

Con tutte queste incognite, anche la scelta del vino potrebbe diventare un problema anziché un momento divertente.

Cosa scegliere?

Un bianco frizzante?

Oppure un rosso fermo, adatto alla carne?

O, magari, un bianco fermo perfetto con la torta salata?

Noi di Cantine Rossella abbiamo la soluzione!

Pinot rosato: il vino perfetto per ogni stagione

Il vino certo che risolve l’incertezza, un classico “buono per ogni stagione”, che diventerà l’unico punto fermo in un mare di incognite: il Pinot Rosato!

Perfetto con gli antipasti, che riusciate a stendere la tovaglia su un bel prato o dobbiate ripiegare sul tavolo del tinello.

Ottimo con i primi che sia un’insalata di riso o una fragrante lasagna.

Siamo diventati vegetariani o amanti della cucina orientale? Il Pinot Rosato, morbido, frizzante naturale e con un finale agrumato, con la sua sapidità e la sua freschezza, accompagnerà perfettamente la dolcezza delle verdure e le speziature esotiche.

Provatelo, infine, con la classica Colomba: vi stupirete di quante emozioni possa regalarvi un abbinamento così insolito!

Il nostro Pinot Rosato si ottiene da uve di Pinot Nero vinificate in purezza (al 100%).

L’Oltrepò Pavese copre oltre il 40% della produzione nazionale di Pinot Nero per una sua netta predisposizione pedoclimatica.

Per questo motivo il frutto è forte, sano e rigoglioso.

Vinificato “in rosa” (con uve raccolte all’inizio dell’estate, in un periodo ogni volta da verificare), nasce il Pinot Rosato.

La vinificazione “in rosa” da noi praticata, costituisce, ogni volta, una piccola sfida.

Infatti essa consiste nel procedere con un contatto del mosto con le sue bucce per un periodo di tempo e ad una temperatura (sempre controllata), ogni volta da verificare e da calibrare con sapienza, a seconda dell’andamento dell’annata sotto il profilo climatico.

L’obiettivo è di preservare l’acidità (= freschezza), ottenuta grazie ad una vendemmia anticipata, di estrarre dalle uve l’importante bagaglio aromatico (di cui il Pinot Nero è tanto dotato), consegnando, infine, al vino lo splendido colore che, alla vista, già preannuncia quanto verrà donato alle nostre papille gustative.

In Primavera l’arrivo del Pinot Rosato Cantine Rossella costituisce ormai un appuntamento prezioso e atteso: entra anche tu a far parte di questo gruppo di gourmet e buongustai.

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Valido fino al 6 Maggio 2023

La primavera nel vigneto: tra rinascita e fragilità

Costa o vale?.

La primavera è uno stato dell’anima.

Da sempre, a partire dal mondo agricolo, la stagione primaverile rappresenta una rinascita. La luce, i raggi del sole, l’aria fresca hanno su tutti noi effetti benefici. Un mondo di luce segna l’inizio della primavera. Ci svegliamo al mattino pieni di energia e di voglia di fare.

Il contadino concima e pianta i semi o procede con i trapianti.

Anche il vignaiolo ha davanti a sé una serie di compiti da svolgere.

Con il mese di Marzo la primavera “irrompe” nel vigneto, spingendo le piante a ricominciare il ciclo vegetativo interrotto durante l’inverno. Nuova linfa scorre fra i tralci e va in scena un vero e proprio risveglio, con le gemme che iniziano a gonfiare e i germogli che fanno capolino.

Tuttavia, accanto a tanta meraviglia, si affacciano grandi timori. 

Questa stagione, infatti, segna anche un momento di grande fragilità. Durante la fase letargica la pianta riduce al minimo le proprie funzioni. Con l’allungarsi delle giornate e l’aumentare delle ore di luce, ripartono i cicli vitali. Proprio in questa fase, un cambio improvviso di temperatura, una gelata inattesa possono mettere a repentaglio lavoro e fatiche. Infatti se dovessero formarsi patine di ghiaccio, anche sottili, si rischierebbe la distruzione dei germogli fruttiferi. Viceversa, comporta vari rischi anche il progressivo aumento delle temperature invernali, come si è verificato negli ultimi anni, con conseguenti germogliamenti precoci, causa di forti riduzioni delle rese produttive.

Come abbiamo già avuto modo di riportare, nei prossimi anni, per far fronte a questi cambiamenti climatici, dovrà essere rivisto il concetto di “vocazionalità”. Con ogni probabilità si dovrà operare una rotazione delle colture e dei cultivar, proprio in relazione a nuove condizioni pedoclimatiche. 

vite germoglio legatura

Il risveglio della vite: il germogliamento e la legatura

Proprio tra Marzo e Aprile si verifica il suggestivo fenomeno del “pianto della vite”, cui abbiamo dedicato un articolo Il pianto della vite: un momento magico tempo fa. Col riattivarsi del metabolismo degli zuccheri, grazie all’innalzarsi progressivo delle temperature, la linfa delle viti si riattiva e fuoriesce nei punti nei quali è stata fatta la “potatura secca”, quasi a cicatrizzare i tagli effettuati poco tempo prima. A questo punto inizia il germogliamento grazie al quale la pianta si ricoprirà di foglie e compariranno i germogli che diventeranno i tralci.

Sempre in questo periodo viene svolta anche la “legatura” del “capo a frutto” vale a dire del tralcio da cui si svilupperanno i germogli fruttiferi. Questa operazione è essenziale per regolare ed equilibrare la produzione dei grappoli. La legatura varia a seconda del tipo di allevamento preferito (ad esempio Guyot). 

Quello solo marginalmente descritto rappresenta un lavoro di grande complessità e che richiede competenza ed esperienza, sempre in balia di possibili avversità meteorologiche.

È un equilibrio delicato cui la Natura ha da sempre allenato il contadino e il vignaiolo. 

Nel bicchiere ritroviamo questa fatica, ma anche la cura, a volte ostinata, sempre appassionata.

Quindi una bottiglia di vino costa molto o vale molto?