Avete presente l’ombrellone che tutti noi ci portiamo in spiaggia per non scottarci durante l’estate?
Lo sapevate che anche le uve in vigna ne hanno uno?
O meglio, glielo si “costruisce”. Eh sì, perché non è vero che il sole purché sia va sempre bene. Esattamente come per noi umani, anche le uve possono soffrire per una esposizione inopportuna o incontrollata.
Ma questa è solo una delle operazioni svolte nel corso della Potatura verde o estiva.
Con l’affermazione “Il vino si fa in vigna”, come si sente dire da un po’ di anni, si rimarca l’attenzione prestata alla vigna nel corso dell’anno, con operazioni mirate e modalità diverse a seconda del vino che si vuole produrre, così da conferire in cantina un frutto integro, sano, e col miglior potenziale possibile. La Potatura verde è parte integrante di questo percorso.
Che cosa è la Potatura verde?
La potatura verde è l’insieme di interventi che si effettuano nel corso della stagione della vite con lo scopo di raggiungere l’equilibrio sia vegetativo che produttivo della pianta. Questi interventi integrano e completano il lavoro di potatura invernale permettendo il mantenimento della forma di allevamento che si è scelta.
La potatura verde può essere eseguita tra l’inizio della vegetazione e fino alla metà di settembre. Come regola è bene non eliminare più di 1/4 della chioma, mentre con quella invernale si può arrivare a 1/3.
Prevede una serie di interventi che, elencati in ordine cronologico, sono:
- la Spollonatura, cioè la rimozione dei germogli (o polloni appunto) che nella prima fase della stagione vegetativa si formano da gemme latenti disponendosi lungo il ceppo;
- la Scacchiatura, con la quale si eliminano i germogli in eccesso;
- la Defogliazione, ossia l’asportazione di foglie per migliorare insolazione e arieggiamento, indispensabile nelle regioni viticole più fredde. Oppure, se la vigna si trova in una zona particolarmente calda o soleggiata, si “sistema” l’apparato fogliare così da modulare e rendere omogenea l’esposizione al sole, al fine di garantirsi una maturazione equilibrata;
- Cimatura dei tralci, per garantire la formazione di nuove foglie.
Si conclude con:
- la Legatura della vegetazione perché sia ben fissata alla struttura di sostegno;
- il Diradamento dei grappoli, volto a migliorare l’equilibrio tra grappoli ed apparato fogliare e garantirsi un frutto con maturazione omogenea, in tutte le sue parti.
Per lungo tempo questa fase del lavoro in vigna è stata sottovalutata. Solo negli ultimi venti anni, con una più approfondita conoscenza dei meccanismi produttivi e in virtù di una accresciuta attenzione alla qualità, le si è riconosciuta la dovuta importanza.
Il lavoro in vigna va inserito nell’insieme delle attività antropiche, con le quali si intendono tutte le azioni compiute dall’uomo con effetti sugli ecosistemi naturali, con un impatto a cui troppo spesso non viene prestata adeguata attenzione.
Per ridurre impatti negativi, razionalizzare e ottimizzare i risultati in termini di qualità e resa produttiva, la chiave è la consapevolezza.
Consapevolezza e generosa lungimiranza, rispetto a quanto riceveranno i nostri figli.
Proviamoci.