Costa o vale?.
La primavera è uno stato dell’anima.
Da sempre, a partire dal mondo agricolo, la stagione primaverile rappresenta una rinascita. La luce, i raggi del sole, l’aria fresca hanno su tutti noi effetti benefici. Un mondo di luce segna l’inizio della primavera. Ci svegliamo al mattino pieni di energia e di voglia di fare.
Il contadino concima e pianta i semi o procede con i trapianti.
Anche il vignaiolo ha davanti a sé una serie di compiti da svolgere.
Con il mese di Marzo la primavera “irrompe” nel vigneto, spingendo le piante a ricominciare il ciclo vegetativo interrotto durante l’inverno. Nuova linfa scorre fra i tralci e va in scena un vero e proprio risveglio, con le gemme che iniziano a gonfiare e i germogli che fanno capolino.
Tuttavia, accanto a tanta meraviglia, si affacciano grandi timori.
Questa stagione, infatti, segna anche un momento di grande fragilità. Durante la fase letargica la pianta riduce al minimo le proprie funzioni. Con l’allungarsi delle giornate e l’aumentare delle ore di luce, ripartono i cicli vitali. Proprio in questa fase, un cambio improvviso di temperatura, una gelata inattesa possono mettere a repentaglio lavoro e fatiche. Infatti se dovessero formarsi patine di ghiaccio, anche sottili, si rischierebbe la distruzione dei germogli fruttiferi. Viceversa, comporta vari rischi anche il progressivo aumento delle temperature invernali, come si è verificato negli ultimi anni, con conseguenti germogliamenti precoci, causa di forti riduzioni delle rese produttive.
Come abbiamo già avuto modo di riportare, nei prossimi anni, per far fronte a questi cambiamenti climatici, dovrà essere rivisto il concetto di “vocazionalità”. Con ogni probabilità si dovrà operare una rotazione delle colture e dei cultivar, proprio in relazione a nuove condizioni pedoclimatiche.
Il risveglio della vite: il germogliamento e la legatura
Proprio tra Marzo e Aprile si verifica il suggestivo fenomeno del “pianto della vite”, cui abbiamo dedicato un articolo Il pianto della vite: un momento magico tempo fa. Col riattivarsi del metabolismo degli zuccheri, grazie all’innalzarsi progressivo delle temperature, la linfa delle viti si riattiva e fuoriesce nei punti nei quali è stata fatta la “potatura secca”, quasi a cicatrizzare i tagli effettuati poco tempo prima. A questo punto inizia il germogliamento grazie al quale la pianta si ricoprirà di foglie e compariranno i germogli che diventeranno i tralci.
Sempre in questo periodo viene svolta anche la “legatura” del “capo a frutto” vale a dire del tralcio da cui si svilupperanno i germogli fruttiferi. Questa operazione è essenziale per regolare ed equilibrare la produzione dei grappoli. La legatura varia a seconda del tipo di allevamento preferito (ad esempio Guyot).
Quello solo marginalmente descritto rappresenta un lavoro di grande complessità e che richiede competenza ed esperienza, sempre in balia di possibili avversità meteorologiche.
È un equilibrio delicato cui la Natura ha da sempre allenato il contadino e il vignaiolo.
Nel bicchiere ritroviamo questa fatica, ma anche la cura, a volte ostinata, sempre appassionata.
Quindi una bottiglia di vino costa molto o vale molto?