Chi vi scrive ha un figlio neo maggiorenne che le ha chiesto di frequentare il corso per sommelier.
Curiosità? Desiderio di imparare qualcosa di nuovo?
Semplice pretesto per essere giustificati nel bere qualcosa in più di quanto concesso tra le mura di casa?
Sicuramente un po’ di tutte queste motivazioni.
Ma qual è, oggi, il rapporto tra i giovani e il mondo del vino?
Innanzitutto va definito il concetto di giovani.
Si parla, a questo proposito, di Generazione Z e Millennials (18-41 anni), mentre la Generazione X riguarda la fascia tra i 42 e i 57 anni e, infine, in questa suddivisione linguistica, troviamo i Baby Boomers (over 57 anni).
Fino agli anni ’70 il consumo di vino (prodotto in maniera per lo più estremamente tradizionale e standardizzato nelle caratteristiche) era limitato a determinate fasce della popolazione, per le quali il vino era parte integrante di una alimentazione basica. Solo nei gruppi sociali più privilegiati, economicamente e quanto a estrazione culturale, si registrava un approccio più consapevole e raffinato nei confronti del vino.
Successivamente a questo periodo, con lo sviluppo delle tecniche enologiche, e la progressiva attenzione verso un’alimentazione equilibrata, ha luogo una diminuzione del consumo pro capite di vino a favore di una maggiore attenzione al suo livello qualitativo e ad una sempre maggiore attenzione alle fasi della sua produzione.
Siamo nell’epoca del fitness, dell’attenzione al corpo; siamo nell’epoca dell’attenzione all’alimentazione come strumento di benessere e di salute. Proprio questa fase porrà le basi per l’attecchire di tutta una serie di discipline che vanno dalle terapie “alternative” di derivazione per lo più orientale, alle cucine e agli alimenti studiati per far fronte alla compagine di allergie e intolleranze mai presa in considerazione prima di allora.
I giovani di oggi sono figli e frutto delle generazioni formatesi in quell’ epoca. Sono cresciuti in famiglie dove si affacciavano le prime diete vegetariane, o macrobiotiche, o vegane. Famiglie nelle quali si sente parlare di filiera, ecologia, e impatto ambientale. Nelle quali si parlava di infanzie trascorse in campagna, nelle fattorie degli anziani nonni, nelle quali si vagheggiava di una realtà rurale e bucolica ormai ammantate di aure pressoché leggendarie, fucina di alimenti genuini.
Questo è, probabilmente, il motivo per cui i nostri ragazzi sono così coinvolti e affascinati dal mondo che si intuisce dietro un prodotto. Per loro acquista particolare importanza la conoscenza dei processi produttivi, delle idee, della visione, del progetto. E’ l’avvento dello storytelling.
Quali sono le abitudini di consumo dei giovani?
Volendo analizzare le preferenze di questa fetta di popolazione, ci rendiamo conto che il gradimento si divide quasi equamente tra birra e vino, e, di quest’ultimo trovano ampio consenso le versioni mixate (ad esempio lo Spritz). Volendo, poi, stilare una classifica, troviamo al primo posto il vino rosso, seguito dal bianco e, per ultimo le bollicine (quest’ultime in netta ascesa nelle preferenze, all’indomani della pandemia Covid).
Amano consumare vino preferibilmente nei pub o nelle enoteche, in compagnia, recuperando e riappropriandosi della componente conviviale, da noi tanto spesso ricordata, e di aggregazione della nostra amata bevanda.
Li attrae il prodotto autentico, non ruffiano, genuino, privilegiando le produzioni autoctone, con un occhio all’eco-sostenibile e alle colture alternative come quella biologica, con attenzione al packaging e alla ricercatezza delle etichette.
Il mercato guarda con molta attenzione a questa fetta di consumatori nonostante, in percentuale, coprano una parte esigua del panorama nazionale, semplicemente perché essi rappresentano il futuro.
A noi, invece, piace pensare che l’interesse dei ragazzi per il mondo del vino sia davvero, come sembra, interesse per la componente culturale ad esso legata, per la tradizione e la cultura italiane. Un approccio di questo tipo costituisce un ottimo viatico per un’esperienza di consumo consapevole che può passare solo attraverso un processo di conoscenza che, unico, può tenere lontani da abusi e dipendenze.
Quindi, ragazzo: vai col corso per sommelier!