Storia dell’aperitivo

Qual è la storia dell’aperitivo? Vediamo insieme in questo articolo chi lo ha inventato…

Storia dell’aperitivo: chi l’ha inventato?

Vino bianco, fiori di dittamo, assenzio e ruta. Erano questi gli ingredienti raccomandati da Ippocrate (studioso, in particolare della medicina, vissuto in Grecia nel V secolo avanti Cristo), per chi, tra i suoi pazienti, accusasse i sintomi dell’inappetenza. La bevanda che ne risultava aveva un retrogusto amaro, che sortiva l’effetto di “aprire” al banchetto, che fosse pranzo o cena.

Vi ricorda qualcosa? Eh già!

La bevanda in questione altro non era se non l’antenato dei nostri moderni aperitivi. 

aperitivo estivo

Si tratta quindi di un’abitudine nata parecchio tempo fa, anche se, in realtà, fu Antonio Benedetto Carpano, inventore e distillatore italiano, che diede vita, a Torino nel 1876, a quello che divenne poi l’aperitivo per eccellenza: il Vermouth, vino (sempre lui!) aromatizzato con china, che pare annoverasse, tra i suoi estimatori, addirittura l’allora re d’Italia, Vittorio Emanuele II, che ne fece la bevanda ufficiale di Corte (uno sponsor mica da poco!).

Ma anche Cavour e Garibaldi non disdegnavano di “aprire” la serata con un bicchierino di Vermouth.

Nell’800 esso diviene parte integrante dell’abitudine dei caffè, che, peraltro, tanta influenza hanno avuto nella produzione artistica e letteraria dell’epoca.

Da allora l’aperitivo ha fatto tanta strada, arrivando a comprendere, nel suo significato, non soltanto la bevanda in sé, che nel frattempo cambiava e si trasformava, ma il momento stesso in cui la si sorbiva.

Ecco perché, oggi, si dice: “ci vediamo all’aperitivo”, intendendo, con questa espressione, il luogo, la bevanda, ma, soprattutto l’evento conviviale, l’incontro, lo splendore dell’aggregazione (vorremmo dire assembramento… ).

E noi vi consigliamo per un fantastico aperitivo estivo i nostri Spumante La Cicala, Chardonnay o Ventesimato. Provate, diteci cosa ne pensate e poi mandateci le vostre foto!