Spumanti a tutto pasto, non solo per i brindisi

spumante per pasti

Ma davvero avete sempre pensato agli spumanti solo per il brindisi di fine anno?

In realtà gli spumanti (di qualità, ovviamente, e a fermentazione naturale come i nostri) si prestano a valorizzare diverse tipologie di cibo e a impreziosire le nostre tavolate nelle occasioni più disparate.

Vediamo di fare un po’ di chiarezza insieme.

Metodologie di spumantizzazione

Dobbiamo distinguere gli spumanti innanzitutto in base alla metodologia di spumantizzazione o rifermentazione: se Charmat-Martinotti o Metodo Classico (tralasciamo per questa volta il cosiddetto Metodo ancestrale che, in realtà, non appartiene alla categoria degli spumanti).

La seconda distinzione che risulta determinante ai fini dell’abbinamento eno-gastronomico, riguarda il contenuto zuccherino: dal dosaggio zero (zuccheri residui inferiori a 3 g/l: lo spumante non ha subito aggiunta di zucchero dopo la presa di spuma) al dolce (zuccheri residui >50 g/l).

  • dosaggio zero: inferiore a 3 g/l
  • extra-brut: compreso tra 0 e 6 g/l;
  • brut: inferiore a 12 g/l;
  • extra-dry: compreso tra 12 e 20 g/l;
  • secco: compreso tra 17 e 35 g/l;
  • abboccato: compreso tra 33 e 50 g/l;
  • dolce: se superiore a 50 g/l.

Spumanti con Metodo Charmat-Martinotti

Il nostro Metodo Charmat-Martinotti DOC “La Cicala”, ottenuto dalla rifermentazione in vasca di un vino base da uve di Pinot nero in bianco, per ben 9 mesi (Charmat lungo), è un Brut. Spesso questa metodologia viene riservata alla rifermentazione da uve aromatiche o semi-aromatiche poiché, essendo più breve rispetto al Metodo Classico, consente di preservarne gli aromi primari (derivanti dalla tipologia di uvaggio) e esaltarne freschezza e immediatezza. Esso, però, ha esiti davvero sorprendenti anche con uvaggi differenti, come il caso del Pinot nero.

L’abbinamento ideale, in questo caso, ci conduce al momento dell’aperitivo con stuzzichini a base di acciughe; ad esempio, provate a preparare una piccola frisella pugliese, bagnatela come prevede la ricetta classica, quindi deponete un primo strato di burrata, un secondo di pomodorini secchi, e, infine, un’acciuga accuratamente dissalata. Le bollicine persistenti e incisive del nostro La Cicala si sposeranno meravigliosamente col grasso della burrata; la sapidità dell’acciuga e l’aromaticità del pomodorino saranno valorizzate dalla freschezza dello spumante, preparandovi al pasto centrale.

frisella acciughe burrata

Spumanti con Metodo Classico DOCG

Il nostro Metodo Classico DOCG con rifermentazione in bottiglia e sboccatura dopo ben 48 mesi, è ottenuto anch’esso da uve di Pinot nero in bianco. In questo caso abbiamo la fortuna di poter usufruire, per zona e vocazionalità territoriale, del vitigno unanimamente considerato il più adatto a questo tipo di spumantizzazione. Non è un caso che la Champagne (da cui questo metodo prende origine) utilizzi, principalmente, uve di Pinot noir. 

Il profilo olfattivo più complesso di questo spumante, dovuto ad una (variabile) permanenza sui lieviti, lo rende adatto a tutto pasto, facendo attenzione, per ogni portata, che la percezione aromatica del piatto non superi quella del vino e viceversa. Con questa accortezza, il nostro Metodo Classico può garantire esperienze sensoriali inedite e inaspettate, con ogni tipo di pietanza, dai crostacei alle carni.

Ad esempio, vista la stagione, potreste provare ad abbinare il nostro Metodo Classico con un bel risotto ai funghi porcini.

Procuratevi dei bei porcini freschi, puliteli (non lavateli!), preparate un soffritto con lo scalogno e aggiungetevi il riso, provvedendo a sfumarlo col vino bianco (si! Va benissimo lo stesso spumante) non appena si sarà tostato.

Aggiungete il brodo e, subito dopo, i gambi dei funghi tagliati a dadini, continuando a bagnare.

Quindi, quando il riso sarà quasi giunto a cottura, aggiungete le cappelle dei funghi tagliate a lamelle (tenetene qualcuna da parte per guarnire).

Infine: burro, formaggio e prezzemolo. Mescolate e, dopo un paio di minuti, servite con una spruzzata finale di pepe nero e guarnendo con le lamelle messe da parte.

La sapidità, la freschezza e la fragranza (le note di pane derivanti dal contatto con i lieviti) del nostro Metodo Classico si sposeranno benissimo con la rilevante aromaticità e la sapidità di questo piatto, in un risultato finale di vera armonia.

Pensate ancora che gli spumanti si debbano riservare al brindisi di fine pasto?

Non credo. 

E allora, correte a fare scorta: il cenone di Capodanno può fornire diversi spunti di abbinamento enogastronomico a base di spumanti.

Pensate all’eleganza di una cena interamente a base di spumante!

Avete dei dubbi di abbinamento?

Ci trovate al servizio clienti fino alla mattina del 30 Dicembre: al telefono o via mail, al vostro servizio, 

e buon anno nuovo!